Chi siamo | Cosa facciamo | Contatti | Pubblicità | giovedì 21 novembre 2024 |
Abbiamo già sentito teorie secondo le quali Internet ci renderebbe più stupidi. Ora c’è una ricerca compiuta da tre studenti della scuola di Giornalismo e comunicazione dell’Università dell’Oregon che aggiunge il carico da novanta: una storia letta online si ricorda meno rispetto alla stessa storia letta su carta. Nella lettura alla vecchia maniera, sulla pagina e non su un video, il lettore sarebbe maggiormente coinvolto e quindi anche portato a ricordare con maggior precisione e più a lungo quanto letto.
Non si tratta di una questione tanto banale. Gli studenti autori dello studio, Arthur Santana, Randall Livingstone and Yoon Cho, la mettono in questi termini: se una notizia tende a scivolare via dalla memoria di chi la legge, allora si può parlare di reale informazione o piuttosto di consumismo di news, né più né meno che un qualsiasi altro prodotto? Se non abbiamo memoria di quanto abbiamo letto, in cabina elettorale, ed è proprio questo l’esempio portato, ci ricorderemo dei fatti raccontati dai giornalisti e saremo in grado di esprimere un voto davvero informato e consapevole?
L’esperimento riportato nello studio è stato condotto su un campione di 45 studenti. A 25 è stato fatto leggere il New York Times in versione cartacea per venti minuti, ai restanti 20 è stata proposta la versione online, il tutto per 20 minuti. L’obiettivo era cercare di capire se il medium influenzasse e quanto la memoria di quanto appreso. Sottoposti a domande su quanto avevano letto i lettori del giornale cartaceo sono risultati più preparati, dimostrando di ricordare meglio argomenti e passaggi delle diverse storie, mentre non è stato rilevata una significativa differenza nella memoria dei titoli. Una delle spiegazioni avanzate dalla ricerca è anche che l’impaginazione del giornale cartaceo aiuta dando una gerarchia alle notizie, facendo vedere quali sono più importanti di altre. La visualizzazione “democratica” che rende le notizie online una volta cliccate praticamente identiche non sarebbe invece un aiuto alla nostra memoria. Dallo studio è emerso anche che online ciò cui si presta più attenzione è il testo, più che link e gallerie di foto vengono meno considerate.
Lo studio però si apre con una citazione dal Fedro di Platone nella quale Fedro afferma: «Scrivere le parole sarà l’atrofia della memoria delle persone (...) scrivere farà scomparire dalle loro menti ciò che hanno imparato». Insomma una citazione che potrebbe anche essere una chiave di lettura dello studio stesso.